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Venerdi scorso 12 Luglio 2024, presso la Biblioteca di Barzio, molto interessante la conferenza sul fondo Manzoniano, tenuta dal dott. Federico Oriani, il quale ha presentato il settore manzoniano e ha messo in risalto la figura di don Alfredo Comi, per quarant’ anni parroco di Barzio. Uomo di grande spiritualità, di raffinata cultura artistica, che nell’arco degli anni ha collezionato, tra l’altro, edizioni rare di opere manzoniane, in particolare dei “Promessi sposi” di varie edizioni e lingue, a partire dalla prima, del 1827 (la cosiddetta “ventisettana“) fino agli anni ’70 del secolo scorso. Si tratta di centinaia di volumi C’è anche una lettera originale del celebre scrittore.
Già dal 1827 il romanzo, allora intitolato “Fermo e Lucia” divenne un best seller. Numerose furono anche le contraffazioni. Col passare degli anni Manzoni non solo perfezionó la forma linguistica, ispirandosi al fiorentino parlato. Poi volle arricchirlo, anche per evitare le contraffazioni, con più di 400 illustrazioni con la tecnica della xilografia. Inizialmente fu interpellato Hayez, che, visto l’enorme impegno, declinò e fu incaricato Francesco Gonin, con anche qualche illustrazione di Massimo D’ Azeglio, genero di Manzoni.

Alcune di queste edizioni, sono famose per essere state ampiamente illustrate da grandi pittori, come Hayez, Previati, Guttuso e lo stesso genero di Manzoni, oltre a Massimo d’Azeglio, uomo politico, scrittore e pittore
Anna Maria Paleari
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Di seguito ripubblichiamo l’articolo scritto per l’inaugurazione della Biblioteca Manzoniana e apparso sul giornale online Leccoprovincia.it il 7 Luglio 2007

“Si è svolta sabato 7 luglio la cerimonia di inaugurazione, a Barzio, dei nuovi settori della Biblioteca Manzoniana e del reparto ragazzi, collegato alla Biblioteca principale da un nuovo e lungo ponte aereostatico.
“Privarmi della Biblioteca – ha detto nel suo lungo e toccante discorso l’ottuagenario Parroco Don Alfredo Comi , da quarant’anni ormai Parroco di Barzio – è stato come privarmi di un figlio”.
La preziosa raccolta manzoniana infatti è stata venduta dalla Parrocchia al Comune per una cifra di 150.000 euro, un terzo dei quali proveniente dalla Provincia. La somma serve alla Parrocchia per finanziare la costruzione di un’altra grande opera, che verrà molto probabilmente inaugurata agli inizi di settembre prossimo, e cioè la nuova Scuola Materna sita in Via Roma sempre a Barzio.
“Ho perduto un figlio, ma per guadagnarne un altro, e cioè il nuovo Asilo dedicato a sant’Alessandro, proprio come il nome del Manzoni.”
Don Alfredo ha ricordato come è nata la sua passione per le stampe manzoniane.
“Fu esattamente nell’anno 1972, quando la professoressa Emma degli Uberti, che villeggiava a Barzio, volle farmi un regalo molto particolare: mi regalò infatti una copia dei “Promessi Sposi” datata 1916”. Quella fu la scintilla che fece originare una autentica passione. “All’inizio volevo avere 5 volumi “originali” dei Promessi Sposi, poi sono diventati 10, poi 20, 50 , poi 100: insomma alla fine sono diventati circa 1500”.
Per procurarseli Don Alfredo ha viaggiato in tutta Italia per sgabuzzini, scantinati “umidi e polverosi”, in negozi vari di antiquariato, tra Genova, Roma e Napoli, pagando “al volo” e di tasca propria. “Questa raccolta di libri manzoniani era una proprietà mia personale – ha tenuto a precisare all’inizio del suo racconto: se fosse stata di proprietà della Parrocchia non avrei potuto alienarla”.

Come ha ricordato Alberto Benini, responsabile del Sistema Bibliotecario Lecchese e primo curatore di un “inizio di catalogazione” un paio di decenni fa, la raccolta comprende le più disparate edizioni manzoniane: “dalle primissime del 1825 1826 e 1827, a quelle degli anni Quaranta sempre dell’Ottocento, alla prima edizione in francese detta “parigina” del 1828.
Ma una particolarità sono le numerosissime traduzioni esistenti dell’opera manzoniana. In alcuni suoi viaggi in Russia e poi in Cina, l’attivissimo Parroco barziese ha raccolto edizioni persino in cirillico e in cinese del capolavoro manzoniano. “Sono rimasto stupito da come anche là fossero conosciuti i “Promessi Sposi”, un’opera immortale.

Il commovente appello finale dell’ ormai anziano Parroco è stato quindi per una società “meno tecnologica e più umanistica, che guardi di più all’arte e meno alla superficialità, di più ai valori di solidarietà e di fede trasmessi anche dai “Promessi Sposi”, e meno alle stupidaggini della società di oggi”.
Appello raccolto in pieno e sottoscritto anche dal Presidente della Provincia lecchese Virginio Brivio, il quale ha sottolineato che la storia di Don Alfredo “ci insegna a costruire valori, tramite un’apertura all’arte, alla cultura ecc. Valori che sono alla base della Comunità, che in essa si riconosce e si raffronta. Una Biblioteca allora non è solo un deposito di libri, buoni per il prestito, ma soprattutto un momento di aggregazione e di sviluppo culturale di un’intera Comunità”.

L’assessore provinciale alla Cultura Chiara Bonfanti ha da parte sua voluto augurare che i frutti di tale lavoro non siano unicamente riversati sulla Comunità di Barzio, ma permettano uno sviluppo e una promozione delle attività culturali per tutta la Valsassina, senza che i singoli campanilismi prevalgano su quello che può essere uno sforzo comune e a beneficio di tutta la Valle.
Augurio ripreso anche dall’Assessore alla cultura di Barzio Giovanna Arrigoni, che ha ricordato che anche per questo la Biblioteca promuove i “trekking culturali” anche in altri paesi, come ad esempio Introbio e Primaluna.

Insomma in conclusione la Biblioteca barziese si è arricchita, oltre che di un importante settore Manzoniano che, come ha detto ancora Benini, può essere un ottimo inizio per lavori di studio e di approfondimento sulle tematiche manzoniane, anche di un settore per bambini, mostrando un interesse e un’importanza data alla cultura che speriamo sia presa ad esempio anche da altri Comuni
valsassinesi, che al momento sembrano più restii ad impegnarsi su questo fronte”.

Enrico Baroncelli
Alcune foto dell’inaugurazione del 2007

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