Se ne trovano alcuni cespugli nei nostri giardini. Si tratta del Jasminum nudiflorum, più noto come gelsomino di San Giuseppe forse perché i suoi piccoli fiori completamente inodori, intensamente gialli, screziati da pennellate di carminio profondo, sbocciano tradizionalmente attorno al 19 marzo. In realtà questa pianta sboccia molto prima; da noi i primi fiori fanno capolino dagli esili rami che li sostengono già alla fine di gennaio: la foto che introduce questa puntata della rubrica è stata scattata a Introbio il 26 gennaio.
Si tratta di un’essenza vegetale utilissima per produrre siepi e cespugli ornamentali ma può essere coltivata senza problemi anche in vaso poiché non richiede cure particolari: si accontenta dell’acqua piovana e richiede annaffiature solo in caso di siccità molto prolungata. A questo punto dovrei elencarne le proprietà medicinali e curative ma non lo posso fare: non ne conosco neppure una. Il gelsomino di San Giuseppe non compare in nessun sito web di erboristeria o di fitofarmacopea. Quasi me ne dimenticavo: l’aggettivo nudiflorum , di origine evidentemente latina, fa riferimento al fatto che i fiori sbocciano quando i rami sono ancora nudi, cioè del tutto privi di foglie.