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Se volessimo pignoleggiare non dovremmo inserire in questa rubrica il vegetale riportato nella foto. Si tratta infatti di un ortaggio coltivato soprattutto nel Meridione d’Italia; in Puglia e soprattutto nel Lazio. In realtà appare spesso anche nei nostri orti dove cresce bene pur che la stagione autunno-invernale non sia troppo né troppo a lungo rigida. Proprio come per cavoli e broccoli. Avrete già capito che stiamo parlando delle cime di rapa, verdura ormai diffusissima sulle tavole da un capo all’altro della Penisola indipendentemente dalla latitudine. Si tratta di un alimento ricco di sali minerali (ferro, calcio, fosforo) e vitamina A e C che però vengono degradate dalla cottura. Meglio quindi consumarle crude. Come quasi tutte le verdure a foglia verde apportano pochissime calorie ma sono ricche di antiossidanti. Però dall’ortolano o al supermercato fate attenzione.

Spesso sul banco della verdura vengono presentati come cime di rapa altri vegetali come le foglie di rapa rossa o rapa bianca. Niente di male. Sempre di rape si tratta. Ma nell’accezione comune per cima di rapa si intendono foglie e fiori che appartengono alla sottospecie “sylvestris”. Le altre possiedono scarsissime proprietà nutrizionali. Tant’è vero che un tempo venivano destinate al foraggio animale. Dunque se intendete cibarvi delle “vere” cime di rapa (con le orecchiette pugliesi sono eccellenti) svolgete una rapida indagine tra le foglie per individuare la presenza dei piccoli fiori gialli della rapa sylvestris a volte chiamata “broccoletti di rapa”. E date anche un’occhiata alla provenienza dell’ortaggio: la produzione di cime di rapa, per la maggior parte, proviene da coltivazioni del Lazio.

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