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Gli obiettivi sono sicuramente lodevoli: “capire i comportamenti dei cittadini“, “migliorare il servizio e la raccolta differenziata“, arrivare ad una tariffazione personalizzata a seconda del volume dei consumi, cioè chi più usufruisce del servizio più paga, mentre adesso per la tariffa TARI ci si basa unicamente sulla volumetria degli appartamenti.

Così hanno spiegato ieri sera a Introbio i due giovani rappresentanti della Silea, l’azienda che raccoglie e in parte brucia i rifiuti di tutta la provincia di Lecco e oltre nel forno inceneritore di Valmadrera, Paolo Valsecchi e Michela Gerosa.

E i risultati in Brianza, dove la raccolta differenziata anche con i sacchi rossi è attiva da più tempo, si sono visti: diversi Comuni – ha detto Gerosa – sono passati dal 69% di raccolta differenziata al 79%”.

In Valsassina invece, rimasta fuori fino ad adesso dalla sperimentazione, i risultati sono bassi: solo Cortenova si avvicina al 69 % (molto più indietro Introbio).

La Sindaca di Introbio Silvana Piazza, che ha organizzato la serata, ha fatto presente anche che una migliore razionalizzazione della raccolta da parte dei “Comuni virtuosi” , comprende un incentivo ai Comuni che può essere utilizzato per abbassare la Tari “in modo che la tassa sui rifiuti, che quest’anno dalla precedente amministrazione è stata alzata del 20%, un domani potrà essere abbassata” .

Quali quindi le novità su questo fronte ? “Molte cose rimarranno come sono” – ha spiegato Valsecchi. “La raccolta dei sacchi viola (plastica e affini) , della carta (secchielli gialli) del vetro (secchielli blu) e dei residui organici (secchiello verde) rimarrà uguale.

Cambierà invece, e di molto, la raccolta indifferenziata : non saranno più ammessi dall’inizio di Marzo dell’anno prossimo nè i sacchi neri (già adesso fuori regola) ma neanche i sacchi grigi trasparenti.

Sarà cura invece della Amministrazione comunale e della Silea distribuire i sacchi blu (che conterranno pannolini per bambini o pannoloni per adulti) e appunto dei sacchi rossi, in quantità però contingentata: 52 sacchi all’anno, cioè uno alla settimana, di 40 litri (la busta di un supermercato) per le famiglie fino a 2 persone, 52 di 70 litri (un pochino più grandi, ma sempre molto più piccoli di quelli attuali da 110 cm) per le famiglie da 3 persone in su.

Perchè così pochi ? Per incentivare appunto l’utilizzazione delle altre forme di raccolta, sperando forse ingenuamente che nessuno butti sacchi in giro una volta esaurita la propria quota, cosa purtroppo invece altamente probabile ! Si pensa addirittura di abolire i cestini comunali per evitare che diventino ognuno una piccola discarica: ma a Introbio, a differenza che in Brianza, ci sono tanti bei prati liberi in giro, oppure ci sono le rive del fiume Pioverna, da sempre considerata certamente a torto una “discarica” aggiuntiva..

La raccolta poi sarà limitata a una volta alla settimana, invece che le due attualmente in vigore (lunedi e venerdi).

Molti i punti abbastanza critici su questa novità che certamente peggiora le abitudini degli introbiesi (criticabili o meno) emersi dalla discussione successiva.

“E’ una schedatura dei cittadini di tipo fascista” ha esclamato un cittadino introbiese decisamente contrario a questa procedura.
In effetti per avere i sacchi rossi bisogna dichiarare il proprio codice fiscale: i sacchi saranno numerati in modo che si possa risalire al proprietario , ed eventualmente multarlo in caso di inadempienza (avendoci messo dentro rifiuti non attinenti).

“Si tratta di una pratica che viola gravemente la legge sulla Privacy” è intervenuto lo scrivente di questo articolo.
“Collegare un dato tipo di rifiuto a una persona o a una famiglia è una violazione grave della privacy di quella persona, che qualsiasi avvocato potrebbe contestare in un eventuale procedimento giudiziario, che sicuramente vincerebbe”.

Se la cosa è macroscopica nel caso dei “sacchi blu” (io non vorrei far sapere a tutto il mio paese che utilizzo i pannoloni per mio uso personale, e neanche è una soluzione che li metta sulla porta del mio vicino, a cui evidentemente voglio male !) tanto è vero che i due relatori l’hanno pure ammesso, anche per quanto riguarda i rifiuti generici la pratica è fortemente criticabile.

Come sanno bene gli investigatori (Carabinieri, Polizia) i rifiuti sono una fonte formidabile di informazioni sulle abitudini personali, e tra l’altro sono dati che le aziende di marketing pagherebbero come oro colato !
Associare quindi i rifiuti a determinati nominativi (soprattutto se non c’è il loro consenso) è anche per questo una violazione gravissima della privacy personale, che può comportare provvedimenti giudiziari anche pesanti, sia per il Comune che la pratichi sia per la Silea.

Il mio consiglio personale è quindi di distribuire sì tutti i sacchi rossi che servano, magari senza limitarne l’uso a solo 52 all’anno, ma soprattutto senza assolutamente associarli a codici fiscali e tantomeno a nominativi, esattamente come si è fatto finora per i cestelli gialli e blu, in particolare se non vogliamo che mezza Valsassina diventi una discarica a cielo aperto !

Per il resto è importante contare sulla collaborazione dei cittadini, che deve essere spontanea e convinta, ma senza forzature di alcun genere.

Vedremo successivamente più avanti se questo consiglio sarà recepito, anche se purtroppo ho qualche dubbio !

Enrico Baroncelli

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