In un paese dove molti , soprattutto purtroppo i giovani non sanno chi era Giuseppe Mazzini, chi ha dipinto la Cappella Sistina, che confonde D’Annunzio con Leopardi (come emerge impietosamente dall’ultimo rapporto del Censis 2024) e si chiede quindi agli immigrati di conoscere una cultura , la nostra, che nemmeno noi conosciamo.
In un paese in cui qualcuno , all’estrema destra, vaneggia di un “Mussolini grande uomo politico e grande statista”, l’ultimo capolavoro di Antonio Scurati su “M, l’Ora del Destino” andrebbe fatto leggere obbligatoriamente in tutte le scuole. Nessun libro come questo dà infatti con precisione l’idea di quale pressappochismo, superficialità, mediocrità, corruzione, oltre che di presunzione e violenza, fosse intriso il Fascismo.
Scurati non si ritiene uno storico, ma un “romanziere”: ma è con la sua leggerezza che entra nel vivo delle questioni storiche. Alcune cose le dice, in questa opera che riguarda gli anni cruciali 1940-43, la “Guerra Fascista”, altre no (ma gli storici le sanno !).
La disattenzione e la superficialità per esempio con cui Mussolini mandava a morire migliaia di poveri soldati italiani, convinto stoltamente che Hitler, dopo avere invaso la Francia nel Maggio 1940, avesse già vinto la Guerra: bisognava partecipare alle trattative dalla parte dei vincitori, e prendersi più spoglie possibili, sia ad Ovest (Francia) che ad Est (Jugoslavia).
Che l’Esercito e la Marina italiana fossero estremamente impreparati è un fatto noto, e lo stesso Mussolini lo sapeva (“Hitler mi aveva promesso che la Guerra non sarebbe cominciata prima del 1942 o 43” fa giustamente dire Scurati al suo personaggio).
L’Italia non aveva una nave portaerei (“che bisogno c’è – diceva il Duce – tutta l’Italia è una penisola fatta come portaerei” !), le navi italiane non avevano il radar, a differenza degli alleati Tedeschi e degli Inglesi, che potevano colpire e distruggere le navi italiane con precisione anche col buio, come nelle battaglie di Punta Stilo e Capo Matapan.
A manchevolezze militari si accompagnarono però manchevolezze strategiche: gli Inglesi ebbero buon gioco a distruggere molte nostre navi ingenuamente concentrate e ormeggiate a Taranto, l’11 Novembre del 1940, con un attacco aereo poco disturbato da una debole contraerea (fu la nostra Pearl Harbour).
Altre stupidaggini del “grande statista” : quando dichiarò guerra all’Inghilterra, il 10 Giugno 1940, non si premurò di avvisare i vari capitani di marina ormeggiati nei porti inglesi (soprattutto coloniali, in Africa e in Asia) che erano lì per motivi commerciali. Risultato: un terzo del naviglio italiano (soprattutto commerciale) venne immediatamente sequestrato dagli Inglesi e i loro sfortunati equipaggi inviati nei campi di concentramento, dove purtroppo per loro dovettero restare per cinque lunghi anni.
Idem quando si affrettò a dichiarare guerra agli Stati Uniti (“che bisogno c’era di affrettarsi ?” dice Scurati “Hitler non gliel’aveva chiesto” ) il giorno dopo Pearl Harbour (8 Dicembre 1941). Anche qui il risultato fu che migliaia di nostri connazionali, che faticosamente si stavano integrando nella società americana, dopo essere sbarcati a Ellis Island, vennero prelevati e inviati in campi di concentramento in Texas (insieme altre migliaia di poveri e innocenti cittadini di origine giapponese).
Insomma un totale disastro, soprattutto nella Guerra d’Africa e in Russia. In Africa si evitò di attaccare subito Malta, che divenne una spina nel fianco soprattutto per i rifornimenti italiani, affondati dalla flotta inglese che proprio da Malta partiva, e si mandarono in battaglia soldati malamente attrezzati e con armamenti ridicoli (fucili e mitragliatrici della Prima Guerra Mondiale).
I carri armati italiani e i Lince, giustamente soprannominati “scatole di sardine”, venivano facilmente crivellati, insieme al loro sfortunato equipaggio, dai potenti “Sherman” inglesi, e non erano minimamente comparabili ai “Tiger” tedeschi e neanche ai “T-34” Russi.
Il risultato : 200.000 soldati italiani mandati a conquistare l’Egitto nel Luglio 1940, difeso da 20.000 soldati inglesi, vennero ricacciati indietro, nonostante il rapporto di dieci contro uno, e 100.000 di loro immediatamente catturati nella ritirata di Bengasi.
A molti altri disastri si accenna nel libro: la Grecia (“spezzeremo le reni alla Grecia” ) che ricacciò gli Italiani fino alle coste albanesi, la Jugoslavia , in cui vennero perpetrati orrendi “crimini di guerra ” ai danni di donne e bambini, fucilando moltissimi giovani solo perchè sospettati di simpatizzare per i Partigiani jugoslavi.
Il tutto però visto da un punto di vista personale, di un “fuori di testa” come Mussolini, che dopo vent’anni di dittatura (e di conseguente servilismo dei suoi collaboratori) non aveva più alcuna connessione con la realtà.
Attenzione però: come proprio i grandi storici (da Tito Livio e Tacito in poi) Scurati sembra parlare della nostra realtà attuale. Quale infatti il messaggio ? Semplice e molto chiaro: quando si mandano al Governo degli incompetenti, dei fanatici, una classe dirigente estremamente corrotta e men che mediocre, i risultati per il popolo che li ha lasciati fare possono essere disastrosi ( e spesso lo sono).
Dopo vent’anni di “Qui non si parla di politica” , come dicevano i cartelli appesi sui tram e sulle scuole ad esempio, gli Italiani si sono ritrovati con le bombe sulla testa e sulle loro case e i figli e fratelli ammazzati nella guerra. Forse allora sarebbe stato meglio se di politica se ne fossero interessati prima !
Ma l’antifascismo, sembra dire ancora Scurati, non è una opzione ideologica da chiedere ai nostri governanti attuali, alcuni dei quali si ostinano a negare l’evidenza: è un dato storico, fattuale, che deriva semplicemente dalla conoscenza degli avvenimenti. Se però qualcuno pensa che Mazzini sia stato un politico della I Repubblica e che D’Annunzio abbia scritto l'”Infinito” forse però allora c’è bisogna di un’opera di informazione storica.
Quello che la Scuola dovrebbe dare, quello che Scurati propone. Tutto il resto sono inutili chiacchiere.
Enrico Baroncelli