Condividi l'Articolo sui Social

Nei nostri boschi prosperano numerosi e possenti castagni che ricoprono di ricci e foglie di intenso color ruggine, bordi delle strade, mulattiere e sentieri. Sono ottime in cucina sotto forma di primi e secondi piatti e come contorno per arrosti. Squisite nelle preparazioni dolciarie e nella “pasticceria da forno”, fanno anche bene alla salute grazie al contenuto di vitamine, sali minerali, proteine vegetali e carboidrati. Insomma, le castagne che tutti conoscono e apprezzano, possono rappresentare un elemento interessante nella nostra dieta quotidiana in quasi tutte le stagioni data la facilità di conservazione. Stiamo ovviamente parlando della castagna, un frutto antichissimo nato molti milioni di anni prima della comparsa dei nostri antenati.

Ne sono stati scoperti fossili risalenti al Terziario (più o meno 10 milioni di anni fa). Ma le prime tracce di utilizzo del “pane dei poveri” risalgono a circa 10mila anni or sono e coincidono con la nascita delle più antiche forme di civiltà umana. Pare se ne cibassero i primi cacciatori – raccoglitori di bacche    e radici. Già IPPOCRATE , padre fondatore della medicina occidentale, nel IV secolo prima di Cristo, scriveva di “noci piatte” magnificandone le proprietà nutritive e lassative.

Anche SENOFONTE, nello stesso periodo, chiama la castagna “noce piatta priva di fessure” e spiega che essa costituiva una fonte di cibo per alcuni popoli anatolici, mentre il contemporaneo TEOFRASTO la definisce “ghianda di Zeus”. Coridone, personaggio della VI Ecloga di VIRGILIO (I secolo a.C.) descrive un paesaggio nel quale “Stan ritti i ginepri ed i castagni irti di ricci, giacciono sparsi qua e là i frutti ciascuno sotto il suo albero…”.

Insomma il frutto ben custodito dal riccio che lo custodisce ha accompagnato la storia dell’uomo fin dalle origini contribuendo a sfamarlo nei periodi di carestia. Infatti la castagna contiene acqua, fibre, carboidrati, proteine “nobili”, grassi (3 grammi ogni etto), vitamine del gruppo B, PP e C, magnesio, fosforo, calcio, zinco, ferro e soprattutto potassio, elemento fondamentale    per l’attività mioelettrica e, quindi, cardiaca. Inoltre questo frutto contiene buone quantità di acido linoleico e oleico al quale vengono ascritte le proprietà salutari dell’olio di oliva extravergine., In cucina e pasticceria gli utilizzi della castagna sono innumerevoli come componente fondamentale di alcune minestre, come contorno per arrosti e, sotto forma di farina, nella preparazione di pane, polenta, dolci (castagnaccio, marmellata, Monte Bianco e così via).

In passato la castagna veniva impiegata anche in funzione terapeutica contro una lunga serie di patologie che qui sarebbe lungo e inutile elencare anche perché la medicina moderna ne ha smentito quasi totalmente l’efficacia. Ma qualche utilizzo, per così dire medicinale, può essere accettato: un infuso di foglie verdi di castagno sembra funzioni per lenire tosse e infiammazioni delle prime vie respiratorie. Ma se la tosse vi infastidisce davvero lasciate perdere la fitoterapia e rivolgetevi al medico. In chiusura suggeriamo una ricetta “povera” per la quale potere usare la castagne che avrete certamente raccolto nei giorni scorsi.
CASTAGNACCIO – (per 8 persone): 400 g di farina di castagne, 1/4 di latte, 50 g di zucchero, 20 g di pinoli, rosmarino, olio, sale.
Passate al setaccio la farina in una scodella. Aggiungete latte e 2 bicchieri d’acqua mescolando con una    frusta, per produrre un impasto della consistenza di una besciamella. Sempre mescolandolo aggiungete lo zucchero, 3 cucchiai di olio EVO e una presina di sale. Versate il composto in una teglia preventivamente “sporcata” di olio, per ottenere un impasto spesso due o 3 centimetri. Aggiungete una manciata di pinoli e cospargete il tutto con aghi di rosmarino. Rifinite con un sottile filo d’olio. In forno    preriscaldato a 180°    cuocere per 40 minuti. Il castagnaccio va portato in tavola freddo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *