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Il Santo Natale 2024: la parabola della perla preziosa e il re di quaglie

Come ogni anno arriva il Natale, come ogni anno ogni uomo spera di ricevere più amore: non vorrebbe scusarsi per essere nato lì piuttosto che là, o chiedere il permesso di vivere con dignità.
All’immagine di se stesso che lo guarda dal cristallo fine del bicchiere tra le mani, il potente si compiace di essere quello che è, che fa, ha fatto, e che ha. Poi però la figura riflessa si deforma e diventa una smorfia che evapora. Allora il potente apre la finestra per far entrare un po’ d’aria fresca e vede milioni di stelle che lo fissano nel buio. Tante, troppe. Si sente oppresso e richiude subito.

Ma in fondo a quel buio, sulla cresta del monte, una cometa accende il cielo. L’umanità guarda quella luce e sorride, sa che verrà il giorno della vittoria del Regno dei Cieli sulla terra: Gesù nasce un’altra volta per dare speranza e aprire i cuori chiusi dentro al proprio io.
“Il Regno dei Cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra” Matteo 13,45-46.

Sfidando il vento gelido, camminavo su un sentiero delle nostre montagne tra i campi induriti dal gelo, forse, ho visto il re di quaglie, un uccellino rarissimo che assomiglia alla quaglia ma più esile e schivo. Il re di quaglie ama vivere nei prati fioriti, ma purtroppo non ne esistono quasi più perché i prati vengono coltivati ad erba spessa, cespugliosa, che non lascia spazio ai fiori, ma è buona per nutrire le mandrie che, ho constatato personalmente, non vorrebbero mangiare…
Anche per il re di quaglie oggi sarà Natale?
Speriamo.

MARIA FRANCESCA MAGNI

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