“A me la ‘raccolta differenziata puntuale e personalizzata’ converrebbe anche ” disse un paio d’anni fa ai suoi collaboratori l’ex Sindaco di Introbio Adriano Airoldi, spiegandone anche i motivi.
Fino ad oggi infatti la TARI (la tassa sui rifiuti incassata dai Comuni per erogare il servizio) si basava sulla grandezza degli appartamenti e numero dei locali . Chi aveva una villa con tanti locali pagava di più di chi viveva in un bilocale (o monolocale) indipendentemente dal numero dei componenti famigliari.
Adesso non sarà più così invece. Si pagherà in base al numero dei componenti: quindi chi è ricco e vive in un villone, da solo o con la moglie, pagherà di meno rispetto a chi è povero e vive in un bilocale con due o più figli.
Viene così riesumata in altre forme la vecchia storica “tassa sul personale” (o “capitatio”, da “caput” = testa così veniva chiamata dal Medio Evo fino al XVIII secolo) una tassa profondamente ingiusta e antidemocratica che proprio per questo era stata abolita più di due secoli fa, e che colpiva il numero di “teste” indipendentemente dalla loro situazione economica.
Certo, ragionano i moderni Soloni, le famiglie con più componenti in linea teorica producono più rifiuti delle famiglie con pochi componenti: è anche vero però che chi ha un reddito basso probabilmente ha un tenore di vita, e quindi un livello di rifiuti, più basso di chi non ha problemi di reddito.
Questo non viene considerato ? Oppure si pensa, come disse in una celebre “gaffe” il Ministro Lollobrigida, che “i poveri mangiano meglio dei ricchi” e magari anche di più, e quindi producono più rifiuti ?
Siamo alla follia ! Ingiusto e antidemocratico (se la attuale Sindaca mi avesse consultato prima glielo avrei fortemente sconsigliato) .
Ma ci sono altri motivi per cui, a mio parere, l’introduzione di questo nuovo sistema basato sui “sacchi rossi” personalizzati, è estremamente criticabile, anche dal punto di vista giuridico (infatti Adriano, a cui non si poteva negare una certa intelligenza anche se un po’ “furbetta”, se ne era rimasto bene alla larga !).
In primo luogo c’è un problema gigantesco di “Privacy“: io non voglio che i miei rifiuti vengano monitorati, né tantomeno che qualcuno ci guardi dentro, perché in quei sacchi potrei avere messo cose molto personali , come “medicine, bambole, scarpe , catetere e oggetti medicinali, DVD, fotografie, profilattici, rossetti” (cito dal prontuario Silea) oggetti vari di ogni tipo che non vorrei dare in pasto alla pubblica curiosità (anche se a guardarli è un vigile, che poi magari lo racconta in giro ecc. ecc.).
Questo monitoraggio viola pesantemente e senza ombra di dubbio il mio diritto alla “privacy”, e come avevo già detto all’assemblea pubblica di presentazione, un bravo avvocato avrebbe ampia materia su cui fare causa contro il Comune.
In base a quale diritto ti permetti di controllare i miei rifiuti senza il mio consenso (indipendentemente da chi lo faccia o no) ?
Assolutamente incredibile !
Terzo motivo, ancora più dirimente è il seguente: io naturalmente pago la mia TARI (alta o bassa che sia) al Comune, che in cambio si impegna a portarmi via i rifiuti.
Bene: ma se io non voglio usare i sacchi rossi personalizzati dal codice QR ma voglio continuare a usare degli anonimi sacchi neri, anche dopo marzo 2025, cosa può succedere ?
Secondo la Sindaca di Introbio la Silea dovrebbe rifiutarsi di portare via i sacchi neri (nonostante io abbia pagato la tassa).
In questo caso, se invece io insisto nell’utilizzare sacchi neri e generici, si aprono quindi due alternative:
1) O una situazione diciamo “alla Romana“, in cui i sacchi non ritirati si moltiplicano alla mia porta, intasando sempre di più la strada comunale !
2) Oppure io denuncio il Comune per “omissione di atti d’ufficio” (ipotesi questa molto più probabile) in quanto esso si rifiuterebbe di fornirmi un servizio per il quale io ho abbondantemente pagato !
Quindi anche qui ci sarebbe molta materia per gli avvocati !
Incasinare la vita alle persone non è mai una idea intelligente. Secondo me si poteva andare avanti così, come si è andati avanti finora (il 75% di rifiuti differenziati in Valsassina non è male !) senza rompere troppo le scatole (per dirla alla Feltri) ai cittadini.
Ragioniamo bene, prima di fare cavolate !
Enrico Baroncelli