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Un pomeriggio davvero interessante quello trascorso da circa una quarantina di bambini, giunti a Villa Migliavacca di Introbio giovedì pomeriggio per ascoltare Dino Ticli , già insegnante di Scienze al Bertacchi di Lecco e scrittore affermato (circa un centinaio le sue pubblicazioni) di libri per i più piccoli.
Questa volta l’argomento riguardava i “Mostri” dell’epica classica, confrontati con i personaggi inventati da Joanne Rowling in Harry Potter.
“La Rowling – ha detto Ticli – in realtà non ha inventato nulla, ma ha preso a piene mani dalla mitologia greca”.

Si è così parlato di personaggi fantastici, metà umani e metà animali, come i Centauri (metà uomini e metà cavalli), gli Ippogrifi, come il cavallo volante che nel poema di Ludovico Ariosto, “Orlando Furioso”, porta il Conte Astolfo sulla Luna a recuperare il senno di Orlando, le terribili Erinni (le Furie che amplificavano negli uomini i loro sensi di colpa), le Sirene incantatrici, che furono respinte da Ulisse e perciò si suicidarono buttandosi da una rupe.
“Erano belle le Sirene ?” ha domandato Ticli. Nella nostra “Sirenette” e nei film recenti le Sirene sono donne bellissime che però invece delle gambe hanno le pinne di pesce.
I Greci invece se le immaginavano molto più brutte. Anche Cristoforo Colombo, che nei suoi viaggi aveva incontrato molte specie animali, scambia per sirene uno strano tipo di animale, quasi pesce ma mammifero, che esce dall’acqua per allevare i suoi piccoli .

Molti di questi strani esseri mitologici sono dipinti negli affreschi di Pompei, alcuni appena recuperati, come gli Ittiocentauri, un terzo uomini un terzo cavalli e un terzo pesci, oppure il mitico Cerbero, un cane a tre teste, che anche Dante incontra nel suo viaggio nell’aldilà nei primi gironi dell’Inferno (quello dei Golosi).

Ma la venatura scientifica del professore di Scienze emerge di più quando parla dei teschi molto particolari emersi dagli scavi: quelli per esempio di alcuni piccoli elefanti, scoperti in Sicilia, molto più piccoli di quelli di oggi (un po’ più grossi di un cane), e alcuni teschi che agli antichi hanno dato da pensare all’esistenza di uomini giganteschi con un occhio solo, come il mitico Polifemo dei Ciclopi, per il buco che hanno in mezzo agli occhi.
Teschi che in realtà sono appunto di questi piccoli elefanti (dal buco derivava la proboscide) che con il genere umano non c’entravano niente.

Insomma un pomeriggio istruttivo e interessante anche per i più piccoli, che anche a scuola si confronteranno con una mitologia che per secoli e millenni ha scandito la vita delle giovani generazioni.

Enrico Baroncelli

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