(LaPresse) Nagasaki celebra il 79° anniversario del bombardamento atomico statunitense sulla città, avvenuto pochi giorni prima della fine della Seconda Guerra Mondiale, il 9 agosto 1945. La cerimonia è diventata un caso diplomatico per l’assenza dell’ambasciatore americano che ha deciso di non partecipare in risposta al rifiuto del sindaco della città giapponese Shiro Suzuki di invitare l’ambasciatore israeliano, Gilad Cohen. In risposta alla decisione del primo cittadino di Nagasaki, i rappresentanti diplomatici anche degli altri Paesi del G7, Italia compresa, hanno deciso di disertare l’appuntamento.
Nella sua dichiarazione al Parco della Pace di Nagasaki,Suzuki ha chiesto ai leader degli Stati dotati di armi nucleari di cambiare la loro politica verso l’abolizione delle armi nucleari. La bomba atomica sganciata dagli Stati Uniti su Nagasaki il 9 agosto 1945 fece 70.000 morti, tre giorni dopo il primo bombardamento su Hiroshima che ne uccise 140.000 e distrusse la città. Il Giappone si è arreso il 15 agosto, ponendo fine alla Seconda Guerra Mondiale e alla sua aggressione in Asia durata quasi mezzo secolo. Alle 11:02, il momento in cui la bomba Fat Man è esplosa Nagasaki, i partecipanti alla cerimonia hanno osservato un minuto di silenzio scandito dai rintocchi della campana. Alle celebrazioni hanno partecipato più di 2.000 persone tra cui rappresentanti di 100 Paesi, il premier giapponese Fumio Kishida.
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