Condividi l'articolo

“La montagna è di tutti ma non per tutti”: tra i partecipanti all’incontro con il Centro Soccorso Alpino, organizzato in Sagra con l’Università della Terza Età, c’era anche il dott. Cari’ di Cortenova, che per 40 anni ha collaborato con il Centro Soccorso Alpino.

“La presenza dei medici – ha sottolineato Alessandro Spada, capo stazione della sezione valsassinese del CNSAS – è importante: nelle spedizioni di salvataggio che organizziamo, in elicottero o in ambulanza, oltre a tecnici, volontari e autisti, c’è anche un medico, che da subito può eseguire gli interventi giusti e dare la medicina adatta alla persona soccorsa in difficoltà”.

La frase di cui sopra si riferisce al fatto che troppe persone vanno in montagna, in escursioni anche impegnative, senza essere minimamente attrezzate. “Gente che sale sulle ferrate con scarpette da ginnastica, o portando in spalla borsoni adatti al mare ma certo non alla montagna. Dobbiamo fare un lavoro di cultura e di prevenzione, per sensibilizzare soprattutto i giovani e la scuola ai valori della montagna, ma anche alle responsabilità e alle sue problematiche” ha continuato Spada.

Il quale ha precisato anche alcuni numeri interessanti: “Il Centro Soccorso Alpino a Lecco è nato tardi, nel 1964, perché prima gli interventi di soccorso erano compiuti da alpinisti puri, come ad esempio i famosi “Ragni” di Lecco. Dopo è nato un corpo specializzato che oggi prevede 149 Tecnici, 20 medici, 10 Guide Alpine, età media 45 anni (una dozzina le donne partecipanti).”

342 sono stati gli interventi di soccorso nel 2023 : 120 le persone che non avevano ferite (semplicemente si erano perse o rimaste bloccate su qualche sentiero), 176 le persone ferite (da cadute o altro) , 25 le ferite gravemente, e 21 le persone decedute.

“Una volta i deceduti erano molti di più, ma l’intervento veloce con l’elicottero, in grado di portare i feriti all’ospedale non solo più vicino ma che abbia disponibilità di posti liberi, riesce a salvare molte vite umane” .

Il numero dei deceduti tra l’altro è simile ogni anno a quello dei morti in incidenti stradali (intorno alla ventina ogni anno).

Spada però sottolinea il valore della prevenzione e della cultura: “bisogna cominciare dalle scuole a insegnare ai ragazzi come andare in montagna. Molti di questi interventi sarebbero stati evitati se le persone avessero usato qualche precauzione in più”.

Un’ultima annotazione sull’uso dei cani: “una volta avevamo in dotazione più cani, è vero” ha detto Spada.
“Indispensabili nel caso di persone rimaste sepolte sotto la neve di qualche valanga, o perse in qualche anfratto. Oggi però abbiamo delle tecnologie nuove e dei rilevatori che ci permettono di capire con maggiore precisione dove possono essere nascoste le persone (grazie anche ai rilevatori del cellulare) per cui i cani sono usati molto di meno (ne abbiamo infatti molto pochi), anche perchè essi hanno bisogno di un addestramento lungo e laborioso .

Insomma una relazione interessante, che Spada fa praticamente ogni anno, che sottolinea l’ottimo lavoro di un corpo di soccorso sempre più indispensabile e attrezzato: importanti anche le esercitazioni continue a cui il CNSAS sottopone i suoi volontari, per essere sempre preparati ad ogni evenienza.

Enrico Baroncelli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *