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Per la giornata sulla sofferenza della donna: una ‘rima’ con qualche infiltrazione del dialetto delle nostre montagne. Questa ‘poesia’ ha partecipato al concorso nazionale indetto dalla biblioteca di Arco-Trento sulla donna l’a.s., non ha vinto, ma è entrata, come tutte, nella raccolta che gli organizzatori (Comune e biblioteca) hanno pubblicato.

Lacrima azzurra

La montagna delle rose, sfavillante di luce celeste e rosa
asciuga coi petali dell’edelweis la lacrima azzurra
di una donna che piange
e guarda il sole rosso ciliegia incendiare il cielo
poco prima di fuggire con l’ombre dol luf.
Nol canalon
tra le crepe fredde dol jasch
si ode l’eco dell’ululo e il canto dell’elfo,
e i grandi occhi del capriolo specchiano ol guf sconduu
che spia il nido della ghiandaia azzurra.
La done, coi ecc come rìol
sparge sul segrijol profumato il dolore amaro dol so cor a tochelìt
che eppure rimbomba in quel vecchio corpo stanco
stretto in un foulard rosso fuoco
senza sogni.
El ros della montagna graffiano il tramonto della luce
e con le spine rosso sangue
tingono il tuffo del sole al di là del visibile,
e giunge la donna in scime al mont del ros
e lieve respira.
E quando la cenere dell’ultima stella si frantuma nell’alba rosa
lei, ancora e pè amò
piange una lacrima azzurra
sul fior dol pom
che si adagia come neve sui germogli dell’orto.
E pè più negot.

MARIA FRANCESCA MAGNI

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