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Pur scarso di pubblico ma molto interessante la conferenza tenuta mercoledi sera a Introbio, Villa Migliavacca, da Antonio Pattarini, già consigliere comunale a Lecco e tra gli amministratori del Circolo Figini di Maggianico.

L’idea era quella di dimostrare come la grande produzione dell’acciaio (non più solo ferro, ma componenti come carbonio, calce e altro) abbia un impatto forte sulla nostra vita quotidiana.

Pattarini ha lavorato una vita in una acciaieria di Lecco, e ora che è in pensione conduce spesso incontri sull’argomento soprattutto presso le Scuole e altre associazioni culturali.

Nelle sue proiezioni sono passate quindi immagini di grandi industrie che hanno fatto la storia dell’Italia, come l’Italsider, l’ILVA di Taranto, enormi complessi industriali (come anche la ex Sae-Caleotto di Lecco) che in parte ancora oggi sfornano tonnellate di rotoli di ferro , rondelle, e altro caricate su camions diretti in tutto il mondo.

Pattarini ha quindi rapidamente spiegato il processo di produzione, a 1600 gradi, e i complessi macchinari, in Italia e all’estero, per ricavare piccoli oggetti di ferro , utilizzabili in casa (dalle pentole a lastrine e giunzioni per armadi e biblioteche) di uso quotidiano.

“Gran parte di questo ferro ormai deriva dai rottami, che hanno una qualità inferiore, che devono essere ri-fusi a temperature altissime e riforgiati per farne lamiere e rotonde ferrose”.

Insomma, cose che i valsassinesi conoscono benissimo (anche se la Valsassina è specializzata in flange e minuterie metalliche) ma che Pattarini ha spiegato con estrema chiarezza e senza troppi tecnicismi, per farsi capire da tutti. Peccato per lo scarso pubblico, ma non è improbabile che l’incontro venga ripetuto più avanti.

Enrico Baroncelli

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