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UN consiglio comunale con molti punti all’ordine del giorno, una quindicina, i primi di carattere tecnico e amministrativo, riguardanti soprattutto operazioni di Bilancio, tra cui il tema della Casetta dell’Acqua, preannunciata in campagna elettorale, e che probabilmente vedrà il via dei lavori a breve termine in piazza Carrobbio, vicino alla stazione dei Carabinieri.

Anche la Casetta dei Rifiuti, costruita nella stessa piazza da Silea e inaugurata al termine della prima Amministrazione Airoldi, è stata oggetto di discussione.
” E’ stato dato il diritto di accesso non solo ai turisti che hanno una seconda casa a Introbio oppure a quelli del fine settimana, che potevano lasciare lì i loro rifiuti prima di tornare a Milano, come era nelle intenzioni originali, ma a tutti gli introbiesi indiscriminatamente: bastava che si registrassero in Comune con la loro tessera sanitaria”.
In questo modo però la casetta spesso è stata riempita “di tutto e di più” indiscriminatamente, di ogni genere di rifiuti e in quantità.
La Sindaca ha perciò annunciato un “reset” dei permessi di ingresso, che saranno accordati solo ai turisti che ne avranno bisogno.

L’argomento più atteso però era l’ultimo all’ordine del giorno, riguardante l’interrogazione che l’ex Sindaco Adriano Airoldi, a nome della minoranza, aveva presentato per sapere quali disposizioni volesse prendere la nuova Sindaca riguardo al transito e alla viabilità sulla strada da Introbio a Val Biandino.

La risposta, concordata con tecnici e con l’Avvocato Valagussa, è stata molto precisa e puntigliosa (tant’è che alla fine lo stesso Airoldi se ne è detto “soddisfatto”). Silvana Piazza ha ricordato la lunga storia amministrativa e giudiziaria che sta alle spalle di quella strada, a partire dagli anni Novanta, pochi anni dopo che un tragico incidente la portasse alla ribalta per la sua pericolosità soprattutto nei mesi invernali.
Tant’è vero che ancora oggi l’iter non si è concluso, “la Regione ci sta ancora lavorando”: il problema è che non si tratta di una semplice strada agro-silvo-pastorale (come ce ne sono altre in Valsassina, per esempio a Pasturo quella che va al Pialeral o a Premana quella dei Barconcelli). Su queste la Regione ha una legislazione abbastanza chiara ed esauriente, consentendo però generalmente gli accessi motorizzati solo ai “frontisti” (cioè a chi abbia un rifugio in quota o debba andarci per motivi di lavoro certificati) oppure in casi sporadici ai turisti chi paghino una quota d’accesso (in genere 15-20 euro al giorno).

Il problema della Introbio-Biandino invece è che si appoggia su una proprietà privata (cioè i discendenti eredi dei coniugi Bregaglio).
“Il Comune non può intervenire su questa strada, che è totalmente al di fuori della propria competenza” ha ripetuto più volte la Sindaca.
“Non può quindi dare né permessi né stabilire alcuna regola, perché è sostanzialmente una strada privata, non comunale né regionale”.

I Bregaglio da anni avevano messo un cartello di divieto d’accesso , e una sbarra con lucchetto all’inizio della strada, ancora ai tempi della Amministrazione Marconi.
“Chi oltrepassi quella sbarra lo fa a suo rischio e pericolo, è scritto anche sul cartello, ma il Comune certamente non può autorizzare chiunque vada sopra, eccetto i “frontisti”. E nemmeno spendere soldi pubblici per cementificare una parte della strada, ha aggiunto la Sindaca ricordando i 7000 euro spesi l’anno scorso dalla passata amministrazione.

Airoldi però che, a parte la nota vicenda della strada abusiva in Val Biandino, bloccata per fortuna dalla Guardia Forestale, nel settembre del 2023 da Sindaco aveva addirittura permesso che una cinquantina di camions mastodontici come gli Unimog salissero tutti insieme per una manifestazione dal Ristorante Trote Blu di Primaluna in Val Biandino, ha ricordato che al proposito lui aveva fatto una sua assicurazione personale per permettere l’accesso alla strada, evitando così che venisse chiusa agli automezzi motorizzati, che lo coprisse a livello personale da eventuali conseguenze e incidenti.

La cosa però ha suscitato ancora più sconcerto tra i rappresentanti della maggioranza: “Come fa una Assicurazione – ha detto il vicesindaco Libero Tamagnini – a coprire una iniziativa che sarebbe palesemente illegale, cioè permettere il passaggio su una strada su cui non si ha alcun diritto ? Sarebbe come se coprisse un incidente stradale causato da un alcolista che, guidando una automobile, investisse una decina di ciclisti !” .

Il passaggio quindi, in sostanza, andrà garantito a chi ne abbia effettivamente diritto: nessuno negherà però il diritto ad una salutare escursione in Val Biandino andando a piedi o in bicicletta, non con mezzi motorizzati, sicuramente con grande piacere non solo degli ambientalisti ma anche degli escursionisti veri, finora infastiditi dal continuo passaggio di automezzi.

Ciò ridurrà positivamente il traffico per la Valbiandino: ma ne guadagnerà l’ambiente e la tranquillità di chi vorrà farsi una sana passeggiata !

Enrico Baroncelli

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